L’Italia lavora al Piano Sociale per il Clima

L’Italia lavora al Piano Sociale per il Clima

L’Italia è impegnata nella definizione del Piano Sociale per il Clima, un documento strategico che include una serie di proposte mirate all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati.

Questo Piano sarà realizzato grazie ai fondi stanziati dall’Unione Europea attraverso il Fondo Sociale per il Clima, creato per supportare la transizione energetica nei Paesi membri.

Prima di presentare il Piano all’UE per accedere alle risorse disponibili, il governo italiano ha avviato un percorso di consultazione che coinvolge istituzioni e portatori di interesse.


Consultazioni sul Piano Sociale per il Clima

Il Piano si inserisce nel contesto del Regolamento (UE) 2023/955, che istituisce il Fondo Sociale per il Clima per sostenere i cittadini più fragili nel passaggio verso un’economia a basse emissioni. Questo strumento mira ad attenuare l’impatto del nuovo sistema ETS2 – in vigore dal 2027 al 2032 – che regolerà le emissioni derivanti da edifici e trasporti su strada, nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha lanciato una consultazione pubblica – ora alla terza fase – per illustrare le misure previste, suddivise in 12 schede tematiche riguardanti trasporti ed edilizia. La consultazione resterà aperta fino al 15 giugno, mentre la versione definitiva del Piano sarà trasmessa all’UE entro il 30 giugno.


Contrasto alla povertà energetica: il TED sociale

Tra le proposte più significative figura il progetto “TED sociale per il clima” (Tutor per l’Energia Domestica), che punta a sostenere famiglie e imprese vulnerabili con l’aiuto di figure professionali dedicate alla lotta contro la povertà energetica.

Il progetto riconosce che la povertà energetica non dipende solo da limiti economici, ma anche da fattori culturali e comportamentali. Per questo motivo, i tutor offriranno consulenze attive e personalizzate, superando i tradizionali strumenti di sussidio come bonus e agevolazioni fiscali.

La misura partirà nel 2026, e dal 2027 sarà attivo almeno uno sportello per provincia, con un costo stimato di 353.100 euro all’anno per ciascuno.


Riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica

Il Piano prevede un importante programma di riqualificazione energetica per gli edifici di edilizia residenziale pubblica (ERP), con l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative di chi vive in alloggi sociali.

L’intervento interesserà gli immobili di proprietà pubblica con impianti autonomi o centralizzati che rientrano nelle classi energetiche F e G. Il progetto proseguirà fino al 2032.

Due le modalità di accesso:

  • Linea A: procedura a sportello per singoli interventi;
  • Linea B: graduatoria per progetti integrati presentati da ESCO, con obbligo di miglioramento dell’efficienza del 30% minimo, certificato da APE pre e post intervento.

Saranno finanziabili interventi come: coibentazione, sostituzione di infissi, installazione di impianti solari, building automation e climatizzazione efficiente.

Per raggiungere tutti gli edifici nelle classi F e G servirebbero circa 6 miliardi di euro, ma il Piano stanzia 2,1 miliardi per il periodo 2027–2032. La misura si affianca – senza cumulo – a quella già prevista nel PNRR, da 1,381 miliardi.


Interventi per l’edilizia privata

Il Piano contempla anche incentivi per l’efficienza energetica delle abitazioni private di famiglie vulnerabili (ISEE fino a 20.000 euro), con edifici in classi F e G.

Il contributo coprirà il 100% delle spese ammissibili, entro limiti ancora da definire, e sarà erogato tramite una procedura a sportello con graduatoria annuale. I criteri includeranno ISEE, zona climatica, classe energetica iniziale, e altri parametri tecnici.

Gli interventi dovranno garantire almeno un 30% di miglioramento dell’efficienza energetica. Le opere finanziabili sono analoghe a quelle per l’edilizia pubblica.

Il Piano stima un investimento annuo di 300 milioni di euro, basandosi sulle analisi del Conto Termico degli ultimi cinque anni.


Supporto alle microimprese

Per aiutare le microimprese – spesso escluse da strumenti di credito e con risorse limitate – il Piano propone contributi a fondo perduto per l’efficienza energetica degli immobili.

I beneficiari saranno identificati in base al rapporto tra spese energetiche e fatturato (almeno 3%, calcolato su base triennale).

Gli incentivi, assegnati tramite gara competitiva, copriranno il 100% delle spese per interventi che comportino un miglioramento energetico minimo del 30%. Priorità sarà data a edifici in classe F e G e a quelli che non hanno ricevuto incentivi negli ultimi 5 anni.

Il budget annuo previsto è di 115 milioni di euro.


Reddito energetico per il fotovoltaico

Un’ulteriore misura promossa dal Piano riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici domestici (tra 2 e 6 kW), anche con sistemi di accumulo, vincolati alla presenza di pompe di calore per il riscaldamento, raffrescamento e produzione di ACS (acqua calda sanitaria).

L’obiettivo è promuovere l’autoconsumo e l’elettrificazione dei consumi domestici.

Anche qui è previsto un contributo a fondo perduto del 100% delle spese.

I destinatari saranno:

  • famiglie con ISEE inferiore a 15.000 euro;
  • oppure con ISEE sotto i 30.000 euro e almeno quattro figli a carico.

Il Piano prevede un budget annuo di 75 milioni di euro, per un totale di 450 milioni.