Una novità introdotta dal Decreto Infrastrutture consente anche ai professionisti – ingegneri e architetti – di usufruire dell’anticipazione contrattuale, analogamente alle imprese, ma con una percentuale inferiore.
Cos’è l’anticipazione contrattuale
Ai sensi dell’articolo 125 del Codice dei Contratti Pubblici, la Stazione Appaltante può versare all’esecutore un’anticipazione pari al 20% dell’importo contrattuale, elevabile fino al 30%, come anticipo sul compenso totale.
Questo strumento, pensato per favorire l’avvio delle attività, ha generato alcune perplessità operative tra le imprese, richiedendo chiarimenti ufficiali da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
Secondo il servizio giuridico del MIT, l’anticipazione deve essere calcolata sull’intero ammontare del contratto e corrisposta all’appaltatore entro 15 giorni dall’effettivo inizio della prestazione.
Per i contratti pluriennali, invece, l’importo si determina in base al valore delle prestazioni previste per ciascun anno contabile, come indicato nel cronoprogramma economico.
Servizi di ingegneria e architettura: come cambia l’anticipazione
Il precedente Codice del 2016 non distingueva tra imprese e professionisti in materia di anticipazione. Tuttavia, il nuovo Codice dei Contratti (D.lgs 36/2023) ha escluso i servizi intellettuali – come quelli offerti da ingegneri e architetti – dall’ambito di applicazione dell’anticipazione contrattuale, in quanto non implicano l’uso di materiali o attrezzature.
Le rappresentanze dei professionisti hanno più volte richiesto il reinserimento di questa possibilità anche per i tecnici. In particolare, OICE (l’associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria) sperava che il cosiddetto “Correttivo Appalti”, entrato in vigore il 31 dicembre 2024, colmasse questa lacuna.
Tuttavia, il decreto ha mantenuto l’anticipazione solo per le imprese impegnate nella progettazione esecutiva all’interno degli appalti integrati, escludendo ancora una volta i progettisti.
OICE ha ribadito la propria posizione anche nel Libro Bianco per le Infrastrutture, denunciando le difficoltà che ostacolano la realizzazione delle opere pubbliche e chiedendo nuovamente il riconoscimento dell’anticipazione anche per i professionisti.
Cosa cambia con il Decreto Infrastrutture
Le sollecitazioni provenienti dal mondo delle professioni hanno trovato una parziale risposta con il nuovo Decreto Infrastrutture.
Il disegno di legge di conversione introduce infatti la possibilità di riconoscere l’anticipazione del prezzo anche per i servizi di progettazione affidati a ingegneri e architetti, ma con una soglia ridotta rispetto a quella prevista per le imprese.
I tecnici potranno dunque ricevere un’anticipazione fino al 10% del valore del contratto. Questa condizione dovrà però essere espressamente prevista nei documenti di gara e inserita nel quadro economico dell’appalto.
Affinché la misura diventi effettiva, resta necessario l’ok definitivo da parte del Senato, che dovrà approvare il testo in seconda lettura.