Economia
La coperta corta
Il problema è sempre quello: le risorse scarseggiano, al contrario degli annunci e delle promesse, per cui arduo è il compito di chi deve
trovare i fondi necessari a rilanciare la crescita economica, a tagliare il più possibile le tasse ad imprese e lavoratori, a contrastare
l’evasione fiscale, a sostenere la spesa pubblica per scuola e sanità, a incrementare i bonus fiscali per le politiche di sostenibilità
ambientale, a sbloccare cantieri di vitali opere infrastrutturali, a garantire i trasferimenti a Regioni e Comuni per servizi essenziali
come i trasporti. Il tutto, va sottolineato, con minimi margini di manovra per operare in deficit, considerata la preoccupazione con cui
i mercati internazionali guardano al montante del nostro debito pubblico.
In più c’è lo sguardo severo dell’Europa da sostenere. L’asse francotedesco, potendo contare anche sul benestare degli Stati Uniti, ha
pubblicamente benedetto la nascita dell’Esecutivo giallorosso 5 Stelle-Pd dopo la crisi agostana innescata dalla Lega di Salvini.
Merkel e Macron hanno promesso all’Italia un occhio benevolo sui conti pur di scongiurare il rischio di una tornata elettorale che
avrebbe potuto rafforzare il fronte sovranista nel vecchio continente.
Certo, la delega all’Economia in seno alla Commissione UE al lettone Dombrovskis, paladino dell’austerità, non lascia intravedere
orizzonti sereni per l’Italia. Il Paese, tra l’altro, deve guardarsi dai danni che i dazi commerciali annunciati da Trump possono arrecare a un’economia ancora zoppicante: i balzelli sui prodotti enogastronomici, fra le grandi eccellenze del nostro export, appesantirebbero non poco un quadro complessivo di sostanziale stagnazione. Insomma, è probabile che più di qualcuno tra quelli chiamati ad assumere decisioni dirimenti per il futuro dell’Italia passerà più di una notte in bianco nel tentativo di far
quadrare i conti. E magari penserà: Ah perché non son io co’ miei pastori?
Sandro Simoncini – Direttore responsabile