Durante la seduta di martedì 13 maggio, le Commissioni congiunte Cultura e Ambiente del Senato hanno discusso il disegno di legge n. 1372, presentato dal senatore leghista Roberto Marti, volto a riformare il Codice dei beni culturali e del paesaggio attraverso interventi di semplificazione normativa.
Dubbi sulla semplificazione delle procedure paesaggistiche
Pur riconoscendo l’esigenza di snellire l’attuale sistema burocratico, considerato da molti senatori eccessivamente complesso e stratificato, diversi interventi hanno messo in luce i possibili rischi per la tutela del paesaggio derivanti da un’eccessiva semplificazione. Il paesaggio, elemento distintivo e vulnerabile del patrimonio nazionale, potrebbe subire conseguenze negative qualora venisse trascurata la necessità di una regolamentazione accurata.
Tra le principali problematiche emerse vi è la mancanza, in numerose regioni italiane, dei piani paesaggistici previsti dalla normativa vigente. Alcuni senatori hanno sottolineato come qualsiasi riforma o delega dovrebbe essere subordinata all’adozione di tali strumenti pianificatori, al fine di garantire un approccio omogeneo e rispettoso della Convenzione europea del paesaggio e della legislazione ambientale dell’Unione Europea.
Il ruolo centrale delle Soprintendenze e le difficoltà degli enti locali
Un altro aspetto critico riguarda il possibile depotenziamento delle Soprintendenze, la cui competenza tecnica è considerata essenziale, in particolare nei piccoli comuni che non dispongono di professionalità specializzate. La proposta di rendere non vincolante il loro parere in molte circostanze è stata oggetto di critiche, mentre è stata auspicata una soluzione che permetta loro di esprimersi entro termini certi, in modo coordinato con le tempistiche delle amministrazioni locali.
Anche l’ipotesi di trasferire ulteriori competenze ai Comuni ha sollevato perplessità. Questi enti, già impegnati nella gestione delle risorse del PNRR e nell’attuazione delle norme introdotte dal nuovo Codice dei contratti pubblici del 2023, potrebbero non essere in grado di sostenere anche le complesse funzioni legate alla tutela paesaggistica, a causa della carenza di personale qualificato e di risorse adeguate.
Verso una revisione condivisa del disegno di legge
Il senatore Marti, nella sua replica, ha accolto le osservazioni emerse durante il dibattito e si è detto disponibile a lavorare a una nuova versione del testo legislativo, in collaborazione con gli altri relatori e tenendo conto dei contributi raccolti nel corso delle audizioni. L’intento è quello di pervenire a una normativa più efficace, che concili efficienza amministrativa e salvaguardia del paesaggio.
La sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, ha espresso il sostegno del Governo a questo processo. Al momento, tuttavia, non è ancora stata fissata una data per la prosecuzione dell’esame parlamentare del provvedimento.
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