di Giuseppe Rizzo
Nella Conferenza Internazionale sulle Terre Aride, i Deserti e la Desertificazione, promossa nel 2020 dall’Università Ben Gurion in Israele, si è affermato che, nel mondo, ogni ora vanno persi 1300 ettari di terra coltivabile, a causa di siccità e desertificazione. Secondo l’Atlante Mondiale sulla Desertificazione, oltre il 75% della superficie terrestre è già degradata e questa percentuale potrebbe raggiungere il 90% nel 2050.
Nell’Unione Europea l’8% del territorio, interessante 13 Stati, è a rischio desertificazione; le zone più esposte sono in Spagna, Sud Italia, Malta, Cipro, SudEst della Grecia e nelle aree di Bulgaria e Romania, che si affacciano sul Mar Nero; nella nostra Penisola, a rischio è il 20% della superficie totale.
In questo quadro, secondo i dati settimanalmente elaborati dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, è l’Emilia Romagna a dimostrare un sorprendente trend a rischio. Oltre al fiume Po che, pur in ripresa, resta ad un terzo della portata del 2020 e sempre sotto la media storica, tutti gli altri corsi d’acqua soffrono o addirittura precipitano nei livelli, come il Reno e l’Enza, che scende di nuovo sotto il minimo storico.
Oltre al fiume Po che, pur in ripresa, resta ad un terzo della portata del 2020 e sempre sotto la media storica, tutti gli altri corsi d’acqua soffrono o addirittura precipitano nei livelli, come il Reno e l’Enza, che scende di nuovo sotto il minimo storico. Esemplare è la situazione dei territori costieri romagnoli adiacenti al Reno: a Nord, dall’inizio dell’anno sono caduti mm 359.8 di pioggia, inferiori addirittura al livello del siccitoso 2017, il solo inferiore (mm 390,4) alla poca pioggia finora caduta anche nei territori a Sud del fiume (mm 407,3).
Tale dato conferma l’ormai conclamata aridità lungo la dorsale adriatica. In Abruzzo, il maggio 2021 è stato un mese estremamente secco, soprattutto nei territori prossimi alla costa pescarese e chietina, dove si registra un deficit pluviometrico fino al 97% rispetto alla media storica. Nelle Marche, i livelli di fiumi ed invasi continuano a scendere, cosicché il Sentino è molto vicino al minimo storico.
Fonte: DIRE