Coldiretti, ulivi al Colosseo per il ritorno 7,5 milioni di turisti

Coldiretti, ulivi al Colosseo per il ritorno 7,5 milioni di turisti

di Cristiano Arcuri

Ad accogliere i 7,5 milioni di turisti pronti a tornare con la ripartenza post Covid al Colosseo, che è il monumento più visitato in Italia, c’è la prima oasi di 189 piante di ulivo per l’olio extravergine dell’antica Roma. Lo rende noto la Coldiretti che in collaborazione con Unaprol ha realizzato al Parco archeologico del Colosseo la cura degli alberi e la raccolta delle olive nel pieno rispetto del loro ruolo paesaggistico e del contesto storico, con la produzione di un olio unico al mondo.

Si tratta della prima iniziativa del 2021 che unisce cultura ed enogastronomia per la ripartenza del turismo e le nuove aperture delle frontiere grazie al green pass vaccinale. L’Italia è leader mondiale nel turismo enogastronomico che vale oltre 5 miliardi con più della metà (55%) degli italiani che ha il cibo come principale motivazione di viaggio, quasi il triplo rispetto a cinque anni fa.

Inoltre, la ricerca dei prodotti tipici è un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che può contare su 418 “Sigilli di Campagna Amica” nel 2021, da scoprire durante l’estate grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia dagli agricoltori durante la pandemia.

Specialità da scoprire nei mercati contadini e nei 24mila agriturismi nazionali che, spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi nel verde dove le distanze non si misurano in metri ma in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Nel Parco archeologico del Colosseo nel paesaggio del Colle Palatino sono presenti ulivi di diversa epoca come accadeva nell’antichità. La civiltà romana fu quella che più d’ogni altra contribuì alla diffusione dell’olivo e al perfezionamento delle relative tecniche di coltivazione e di estrazione. I Romani conoscevano talmente bene l’olio d’oliva da mettere a punto tecniche e strumenti rimasti quasi invariati fino al XIX secolo e, per primi, classificarono gli oli in base alle loro caratteristiche organolettiche.

Le fonti antiche, tra cui Plinio nella sua “Storia Naturale” (15,77-78; I d.C.), tramandano la presenza nella piazza del Foro di tre piante, simbolo della cultura romana, Ficus, Olea, Vitis. L’agricoltura, rappresentata con l’olivo e la vite, era considerata l’attività moralmente più degna del cittadino romano, espressione dei valori dei padri e della prosperità della nazione.

Fonte DIRE