Le banche potranno cedere a tutti i clienti ‘non consumatori’
Le banche e le società appartenenti a gruppi bancari potranno “cedere sempre il credito a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti”, che “abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente”: lo prevede l’emendamento sulla cessione dei crediti da Superbonus depositato dal Governo, e in discussione nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera che ora potranno presentare i subemendamenti.
La modifica, si legge nella relazione illustrativa, “supera” il dl del 17 maggio 2022 in base al quale le banche potevano cedere solo a “clienti professionali”.
“Penso che vada trovata una soluzione”, dice il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, del rischi per imprese e occupazione legati all’impatto che avrebbe un brusco stop al superbonus.
“Si può fare una uscita graduale e morbida da questo strumento che ha prodotto anche molti problemi ma credo che una interruzione drastica rischi di creare una serie di incompiute che non sono nell’interesse di nessuno”, spiega a ‘Un giorno da pecora’ su Rai RadioUno. E rispondendo ad una domanda sulla posizione che appare più rigida del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco, Orlando dice: “Credo che si troverà una soluzione”.
La Commissione banche avvia un’indagine sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. “A seguito di numerose segnalazioni ed esposti ricevuti, – annuncia una nota – l’Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha deliberato di inviare alle principali banche significant nazionali un questionario per verificare l’operatività del sistema bancario italiano. L’indagine conoscitiva avviata riguarda i crediti relativi al Superbonus 110% e ad altri bonus oggetto delle normative che si sono susseguite negli ultimi anni”.
Intanto, la Confartigianato segnala che con 5,2 miliardi ‘incagliati’ nei cassetti fiscali, di cui il 71,2% per il superbonus e il 28,8 per gli altri bonus edilizi, la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 47 mila addetti nelle micro e piccole imprese.
“Attraverso la compilazione del questionario, le 11 banche significant nazionali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca popolare di Sondrio, Banca Carige) più la Cassa depositi e prestiti e le Poste dovranno fornire entro l’11 luglio dati e informazioni su base trimestrale dei crediti acquisiti, riportando, ad esempio, il numero di richieste ricevute, annullate e erogate nonché i tassi di sconto applicati e le tempistiche registrate”, spiega la Presidente della Commissione, Carla Ruocco.
“Grazie al sistema di segnalazione attivo presso la Commissione banche, – prosegue – abbiamo riscontrato un significativo peggioramento dei tassi di sconto applicati alla cessione dei crediti e una forte riluttanza da parte degli istituti bancari ad accogliere le pratiche presentate. Abbiamo ritenuto, pertanto, imprescindibile un approfondimento del fenomeno. L’obiettivo è di vigilare ed esaminare attentamente le procedure messe in atto per l’erogazione del credito comprese quelle di calcolo delle soglie dei tassi. Sono sicura che questa indagine sarà determinante per fotografare la situazione attuale e avviare apposite audizioni o proposte legislative in Parlamento”.
Calcolando i rischi sul fronte occupazionale, la Confartigianato osservato che con il blocco della cessione dei crediti, “si ridurrebbe del 40% l’aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell’ultimo anno”. Un fatto “paradossale e autolesionista”, ha avvertito il presidente Marco Granelli.
“Il blocco dei crediti, le continue modifiche normative in materia di bonus edilizia e la volontà del Governo di non prorogare il superbonus – evidenzia la confederazione di artigiani e piccole imprese – colpiscono proprio l’unico settore che, anche grazie a queste misure di sostegno, ha rimesso in moto il mercato del lavoro negli ultimi due anni. Infatti, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2022, le costruzioni hanno fatto registrare l’aumento di 176mila addetti, a fronte del calo generalizzato di addetti nei servizi (-106mila), nella manifattura (-41mila), nell’agricoltura (-50mila). A livello territoriale il maggiore incremento di occupazione nelle costruzioni si è registrato nel Mezzogiorno, con 101mila addetti in più negli ultimi due anni, seguito dalla crescita di 71mila occupati nel Nord Ovest”.
Fonte:Ansa