di Francesco Del Bo
Con 1 kg di plastica recuperata dal mare si può produrre quasi 1 kWh di energia pulita che consente di illuminare un appartamento per la durata di un giorno. Questi sono alcuni dei risultati emersi dallo studio effettuato dall’Università Politecnica delle Marche, Marevivo e Iris srl (Pmi innovativa, specializzata nello sviluppo di tecnologie innovative per l’economia circolare in realtà industriali e civili di piccola scala), ideatore del pirolizzatore GreenPlasma, presentati a Ecomondo e relativi al progetto “Insieme per il Mar Mediterraneo”, realizzato grazie al supporto di Tezenis.
Questo progetto ha avuto un duplice obiettivo: recuperare 12.000 kg di rifiuti di plastica dal mare con il supporto dei battelli Pelikan di Garbage Group e, attraverso un’attività sperimentale, convertirne una parte in energia elettrica pulita con l’utilizzo del pirolizzatore GreenPlasma di Iris. Il fine è stata la massima valorizzazione dello scarto plastico secondo tecnologie e standard innovativi che possono essere da esempio per la corretta gestione dei rifiuti indifferenziabili, fornendo una possibile soluzione nell’ottica di un’economia circolare. Con questa tecnologia i rifiuti non bruciano e non producono ceneri né emissioni nocive, consentendo di trasformare il rifiuto in una preziosa risorsa senza alcun ulteriore impatto negativo per l’ambiente e innescando un virtuoso meccanismo di economia circolare.
Lo studio, condotto dall’Università Politecnica delle Marche, ha analizzato la caratterizzazione chimica dei rifiuti raccolti in mare, la loro capacità di concentrare e trasportare contaminanti, gli impatti sugli organismi e sulla rete trofica. Lo studio ha anche analizzato la resa energetica specifica per le diverse plastiche raccolte in mare introducendo un nuovo indicatore per i modelli di sostenibilità delle azioni di recupero ambientale. Dallo studio è emerso che le categorie di rifiuti più presenti sono gli attrezzi da pesca con oltre il 72% del totale analizzato, all’interno di questa categoria poi il 51% è rappresentato da frammenti di polistirolo che proviene dalle cassette da pesca. Inoltre è emerso che tutte le plastiche assorbono e veicolano contaminanti sia organici che metallici e il polistirolo è risultato il polimero in grado di assorbire la maggiore concentrazione di metalli.
Fonte: Adnkronos