Revisione del Codice Appalti per un utilizzo virtuoso di risorse

Revisione del Codice Appalti per un utilizzo virtuoso di risorse

di Giuseppe Rizzo

I fondi messi a disposizione nell’ambito di Next Generation Eu rappresentano un’occasione storica per effettuare investimenti di ammodernamento e riqualificazione nell’edilizia pubblica, dal social housing alle scuole, ospedaliera e sanitaria. Intervenire sulla regolamentazione dei contratti pubblici e delle gare d’appalto risulta quindi oggi fondamentale, dal momento che soprattutto da questo passerà la capacità di gestire al meglio i fondi europei.

Per permettere uno svolgimento più efficiente dei lavori, è necessario sensibilizzare le stazioni appaltanti sull’importanza per l’economia nazionale dell’articolo 137 del Codice appalti. In questo modo, sarebbe possibile stimolare maggiormente il mercato interno e garantire un’alta affidabilità dei materiali e delle tecnologie utilizzate nelle opere di riqualificazione delle nostre infrastrutture,rendendole imprese italiane più competitive. 

Ad oggi risulta nei fatti inevasa l’indicazione presente nelle linee guida del 2019 della Commissione europea sulle offerte di prodotti da Paesi terzi, ripresa nell’articolo 137 del Codice Appalti. Tale direttiva raccomanda, in ogni occasione possibile, l’attento controllo delle offerte/forniture con aggiudicazioni che limitino al 50% il massimo importo totale offerto da aziende di Paesi terzi con i quali l’Europa non abbia accordi di reciprocità doganale. 

Rendere effettivo tale vincolo con un intervento chiarificatore all’interno del Codice dei contratti pubblici, senza provocare un aumento dei costi per le stazioni appaltanti, migliorerebbe in modo deciso la qualità e la sicurezza delle infrastrutture realizzate, gestite e manutenute, innescando un circolo virtuoso nell’economia italiana. 

In tutti i bandi pubblici, nazionali e locali, per la realizzazione di opere grandi o piccole, infatti, le aziende italiane possono vantare non solo l’impegno per la qualità e la sicurezza delle infrastrutture, ma il valore aggiunto delle proprie competenze e della responsabilità di creare lavoro e produrre valore nel nostro Paese e in Europa.

Rispettando tale direttiva, molte filiere potrebbero beneficiare da questa applicazione virtuosa del Codice dei contratti pubblici: dalle infrastrutture dedicate all’energia tradizionale e green allo sviluppo industriale e manifatturiero in generale, dalla riconversione o attualizzazione degli impianti siderurgici e della metallurgia fino all’edilizia e, soprattutto, al settore delle infrastrutture idriche.

Fonte: Adnkronos