Murakami avrà una biblioteca con il suo nome in Giappone

Murakami avrà una biblioteca con il suo nome in Giappone

di Antonello Ardito

Ancora senza Premio Nobel per la Letteratura nonostante sia da un decennio considerato il candidato più favorito, Haruki Murakami, 71 anni, potrà tuttavia vantarsi di avere una biblioteca pubblica a suo nome già in vita.

L’Università Waseda di Tokyo prevede, infatti, per il 2021 l’apertura di un nuovo edificio dedicato all’opera del grande scrittore giapponese, acclamato autore di “L’assassinio del Commendatore” e “Kafka sulla spiaggia”, progettato dall’architetto giapponese Kengo Kuma.

La Waseda International House of Literature, questo il nome ufficiale anche se la stampa giapponese l’ha soprannominata “la biblioteca di Murakami” (e forse alla fine sarà a lui anche intitolata), ospiterà in particolare gli archivi e la biblioteca donati due anni fa dal romanziere autore anche di “1Q84” e “L’uccello che girava le viti del mondo” (in Italia i suoi libri sono pubblicati da Einaudi).

All’Università Waseda, dove lo scrittore ha studiato, Murakami ha donato il suo archivio letterario, con autografi e bozze dei libri, la biblioteca privata e anche un’imponente discoteca con circa 10mila vinili.

Nell’archivio donato, ad esempio, ci sono l’autografo di “Norwegian Wood”, il primo bestseller uscito nel 1987, scritto su alcuni quaderni mentre viaggiava in Europa; tutti i materiali autografi e dattiloscritti dei romanzi pubblicati successivamente; bozze di racconti; le sue traduzioni in giapponese di autori americani amati, come Raymond Carver, J.D. Salinger e Francis Scott Fitzgerald.

All’architetto Kengo Kuma è stato affidato il compito di trasformare in realtà la narrativa visionaria di Murakami, creando uno spazio per i ricercatori di letteratura ma anche per i lettori di passaggio, con una sala per conferenze, una sala d’ascolto e un caffè.

Due anni fa, in occasione dell’annuncio della donazione, Murakami in uno dei suoi rari incontri con la stampa a Tokyo dichiarò: “Spero che questo materiale possa essere di aiuto a chi studia il mio lavoro. Non ho figli e non voglio che le mie carte vadano perse o disperse quando morirò. Sono circa 40 anni che scrivo e ho accumulato una grande quantità di manoscritti, documenti, ritagli di giornale che non ho più la possibilità di custodire né in casa né in ufficio”.