Marinella Senatore nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze

Marinella Senatore nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze

di Ilaria Ercole

Palazzo Strozzi a Firenze presenta “We Rise by Lifting Others” il nuovo progetto dell’artista italiana Marinella Senatore che propone una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone.
Il progetto è costituito da una grande installazione per il cortile, ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale, con frasi che si ispirano a riflessioni sui concetti di emancipazione, inclusione e partecipazione e un programma di workshop partecipativi, incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa.

Durante gli incontri i partecipanti collaboreranno alla produzione di una riflessione collettiva che, partendo dall’installazione del cortile e dai contenuti delle frasi, prenderà le forme di un lavoro di carattere dialogico, performativo e visivo.

Realizzata appositamente per Palazzo Strozzi, l’installazione per il cortile, di oltre dieci metri di altezza e costituita da centinaia luci Led, invade le proporzioni rinascimentali del palazzo coinvolgendo il visitatore in una sorta di cortocircuito estetico, un’esperienza fra storia, cultura popolare e strutture sociali, da sempre elementi alla base della ricerca di Marinella Senatore. Prodotte dall’artista in collaborazione con artigiani pugliesi, le luminarie sono caratteristiche della pratica dell’artista per il loro valore sociale: una struttura effimera che crea uno spazio di socializzazione

”Immagino le mie opere come contenitori fluidi concepiti tenendo conto dello specifico ‘ambiente’ in cui si sviluppano e basati su una inclusione potenzialmente infinita degli elementi in gioco” ha detto Marinella Senatore. “l’arte è per me una piattaforma orizzontale su cui elementi diversi, ma di uguale valore, generano movimento energetico e quindi narrazione condivisa”.