La genetica punisce l'Italia. Più del coronavirus

La genetica punisce l'Italia. Più del coronavirus

Apocalisse? Forse il peggio deve ancora arrivare. Sta di fatto che in un solo giorno abbiamo assistito a 4.480 nuovi contagi e 415 morti. Che portano il totale delle vittime a 3405, più di quante ne abbia registrate la Cina, con una popolazione venti volte più grande della nostra e un’epidemia partita due mesi prima che da noi.

La Lombardia – come scrive La Stampa – che ieri aveva visto una flessione dei nuovi casi, ieri è tornata sulle montagne russe, con la brusca risalita di 1.672 casi in più e 82 posti di terapia intensiva da destinare a nuovi pazienti da intubare. «Oramai a Brescia e Bergamo – denuncia il presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi- i posti in terapia intensiva sono esauriti e siamo costretti a trasferire i pazienti in altre province o addirittura in altre regioni». Il governatore lombardo Fontana oltre ai letti chiede anche medici, oramai insufficienti in una regione che da sola conta oltre un terzo dei casi e 2.168 morti, due terzi del totale. «Una task force di 300 medici arriverà da tutta Italia a sostegno delle zone più colpite», ha subito annunciato in serata il premier Conte. Sicuramente i rinforzi non arriveranno dalle confinanti e sempre più in affanno Emilia Romagna (+591 casi), Piemonte (+567) e Veneto, che segna 216 nuove infezioni, per un totale di 3.169 casi che la collocano terza nella triste classifica dei contagi.

Sul perché di tante vittime l’Istituto superiore di sanità ha fino ad ora risposto puntando l’indice sul fattore età. Abbiamo la popolazione più anziana d’Europa e non a caso l’età media di chi non ce l’ha fatta è di quasi 80 anni. Spesso accoppiati con la presenza di più gravi patologie. Ma tutto questo non spiega la differenza tra i nostri 3.400 morti contro i soli 43 della Germania, che ha tanti anziani quanti noi e un numero di contagi salito a oltre 14.500. I geriatri non escludono un fattore genetico che renderebbe i nostri over 70 più esposti alla minaccia del virus. Ma nelle regioni dove gli ospedali sono più sotto stress si ricoverano oramai i pazienti con sintomi più avanzati. Forse troppo avanzati per chi ha una certa età.