di Giuseppe Maselli
Il 2021 ha visto un aumento del 10% degli ettari di boschi gestiti in modo sostenibile (con un’attenzione sempre più forte verso la verifica degli impatti su fattori come acqua, suolo, biodiversità, stoccaggio dell’anidride carbonica e funzioni turistico-ricreative e culturali) e del 12,2% delle certificazioni di filiera (carta, arredo, imballaggi e fashion). E’ quanto emerge dai dati 2021 di Fsc Italia, organizzazione no profit che si occupa a livello globale delle attività forestali sostenibili.
In Italia le foreste certificate superano i 75 mila ettari
Sono 75.213,99 gli ettari attualmente certificati secondo gli standard Fsc nel nostro Paese (su un totale di 11 milioni di ettari, dati Inventario Nazionale delle Foreste): l’aumento, rispetto all’anno precedente, sfiora il 10% e si tratta della percentuale più alta degli ultimi tre anni. Fra gli ultimi ingressi, anche foreste nel Sud Italia e nelle Isole, sia con proprietà pubbliche medio-grandi che con realtà private medio-piccole.
Boschi certificati e filiere produttive
Sono aumentati del 12,2% nell’ultimo anno i certificati di filiera Fsc: al 31 dicembre 2021 sono 3.178 e fanno riferimento alla cosiddetta Catena di Custodia (CoC); l’aumento è stato più alto degli anni precedenti, quando si attestava intorno al 10%. Sono oltre quattromila in Italia i siti produttivi coinvolti e Fsc risulta essere il marchio di certificazione forestale più conosciuto – sottolinea l’organizzazione – con una brand awareness del 70%, cresciuta di dieci punti percentuali in quattro anni (fonte: Ricerca Globescan sul marchio Fsc, 2021).
I settori merceologici con i maggiori incrementi si riconfermano quello del packaging (1.210 certificazioni totali, +17% rispetto al 2020 e 176 nuove certificazioni); dell’arredamento per interni ed esterni (608 certificazioni totali, +14% in un anno e un record di 99 nuove certificazioni nel 2021), del tessile (130 certificazioni totali , +39,7% e un incremento di 37 unità rispetto al 2020). Nel 2021 sono state 111 le realtà che hanno usufruito della licenza a scopo promozionale dei marchi Fsc, con 28 nuovi contratti siglati e un incremento a valore del 44% rispetto all’anno precedente. Tra i settori maggiormente attivi si confermano l’agroalimentare, il retailer, la cosmesi, il settore parafarmaceutico, gli studi di consulenza e le Ong.
Fonte: Adnkronos