di Francesco Del Bo
Lavori iniziati per evitare di mettere in liquidazione la Società per la gestione dell’aeroporto regionale umbro (Sase) e chiudere quindi lo scalo di Perugia. La crisi dello scalo regionale è stata aggravata dagli effetti della pandemia, che ha ridotto i passeggeri, in un anno, da 219 a 77 mila, a fronte di costi fissi di gestione, manutenzione e sicurezza non comprimibili.
Il presidente di Sviluppumbria ha fatto poi il punto sulla situazione economica. La Giunta regionale, a fine 2020, ha stanziato 2,3 milioni per sostenere le criticità riscontrate da Sase, dando mandato a Sviluppumbria di intervenire per ricapitalizzare la società e coprire i costi fissi. Circa 1,8 milioni sono stati già erogati alla società di gestione dell’aeroporto e le altre risorse residue potranno essere utilizzate in caso di nuove difficoltà.
L’aeroporto sconta dei deficit strutturali che ne hanno impedito, finora, la piena affermazione. Per il Cda di Sase, insediatosi poco meno di un anno fa, la sfida è dunque significativa. I principali competitori sono Pescara, Ancona e Rimini. Per aumentare il flusso dei passeggeri, è necessario puntare sull’attrattività di qualità della vita, borghi e ambiente, facendo riferimento soprattutto sui mercati del nord e centro Europa e sui viaggiatori con buona capacità di spesa. Nel 2022 sarà necessario un investimento di 3 milioni di euro dai soci.
Fonte: LaPresse