Energia provoca fiammata inflazione, +4,8% a gennaio

Energia provoca fiammata inflazione, +4,8% a gennaio

di Francesco Del Bo

L’inflazione vola, le famiglie con i livelli di reddito più bassi diventano ancora più povere e i risparmi, compresi quelli investiti in titoli di Stato, diventano a rischio, così come la crescita. Tutta colpa dell’energia, o quasi, che nonostante il tentativo del governo di calmierare i prezzi negli ultimi sei mesi del 2021 e nel primo trimestre del 2022, fa da combustibile alla ”fiammata”. L’Istat ha annunciato che a gennaio i prezzi al consumo hanno registrato un incremento del 4,8% su base annua, dato record dal 1996, e le prospettive delineano ‘una fase calda nei mesi più vicini‘.

Il dato di gennaio segna un balzo in avanti, rispetto a una tendenza che era già in forte crescita: l’aumento dei prezzi al consumo era stato del 3,9% a dicembre del 2021, del 3,7% a novembre e del 3% a ottobre. Il nuovo dato porta l’inflazione acquisita per il 2022 a +3,4% per l’indice generale e a +1% per la componente di fondo.

L’ulteriore marcata accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, spiega nel dettaglio l’Istituto di statistica, è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +93,5%), e in misura minore ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +23,1%), dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,0% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,6% a +5,4%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,5%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,4%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%. Osservando le macro aree, su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +5,5% a +7,1%), mentre la crescita di quelli dei servizi rimane stabile a +1,7%; il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni resta negativo (-5,4 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a dicembre (-3,8). Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,0% a +4,3%).

Fonte: Adnkronos