di Giorgio Zampognaro
Gli studenti italiani hanno sofferto la mancanza di interazioni sociali più dei coetanei europei. E’ quanto è emerso dalla prima indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di apprendimento online GoStudent, in collaborazione con Kantar market research, in cui sono stati esaminati didattica in presenza e a distanza, insegnamento e abitudini di studio dalla prospettiva di genitori e figli. La ricerca presenta, inoltre, una sezione dedicata all’istruzione in tempo di pandemia in cui sono state analizzate e comparate sfide, difficoltà e lacune scolastiche riscontrate dagli studenti e dai loro genitori.
I dati sono stati rilevati attraverso un sondaggio online (Cawi) condotto in sette mercati europei, tra cui: Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Germania e Austria. In totale, 6.276 genitori e 5.767 studenti, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, sono stati intervistati tra l’1 e il 16 ottobre 2021. Quasi 9 ragazzi italiani su 10 (88%) hanno riscontrato delle difficoltà durante l’ultimo anno scolastico. Un dato più alto rispetto alla media europea che si attesta sull’80%. Inoltre, l’Italia si è aggiudicata anche un altro primato: gli studenti italiani (70%) hanno, infatti, sofferto maggiormente la mancanza di interazioni sociali rispetto ai coetanei degli altri Paesi (60%).
Le ragazze italiane (74%) hanno accusato la solitudine più dei ragazzi (68%). Tra le fasce d’età analizzate, la più colpita dalla mancanza di relazioni è stata quella degli studenti tra i 16 e i 18 anni (76% contro 68% 10-12 anni e 67% 13-15 anni). Oltre alla solitudine, i fattori che più hanno causato dei disagi agli studenti italiani, ma anche europei, sono stati la difficoltà a concentrarsi in un contesto di didattica a distanza (43%) e la difficoltà a comprendere il materiale fornito durante le lezioni online (37%).
Il 96% degli studenti italiani ha fatto ricorso alla didattica online durante lo scorso anno scolastico. E’ il dato più alto registrato tra tutti i Paesi analizzati e supera di ben sette punti la media europea (89%). Spagna e Francia, rispettivamente con il 73% e l’84%, mostrano, invece, l’indice più basso di diffusione dell’e-learning. Quasi la metà degli studenti italiani (47%) ed europei (48%) intervistati ha lamentato lacune in una o più materie. Più pessimistica la visione dei genitori: in Italia, ben il 59% ritiene che i figli abbiano lacune nell’apprendimento dovute alla pandemia. Un risultato di poco superiore alla media dei genitori del resto d’Europa (57%).
Fonte: Adnkronos