di Renata Narcisi
L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di infezione da Sars-Cov-2. E’ quanto suggerisce una ricerca condotta da Epimed, il Centro di Epidemiologia e medicina preventiva dell’Università dell’Insubria, i cui risultati sono pubblicati online sulla rivista Occupational&Environmental Medicine del gruppo editoriale Bmj. Lo studio, relativo alla popolazione adulta della città di Varese (62.848 persone), seguita nel tempo da inizio pandemia a marzo 2021, segnala un aumento del 5% nel tasso di infezione per incremento di 1 microgrammo/metrocubo di PM2.5, 294 casi in più ogni centomila persone/anno.
Fin dall’inizio del periodo di pandemia è stato osservato, anche in Italia, che le aree più esposte all’inquinamento atmosferico erano anche quelle con tassi di infettività da Sars-Cov-2 più elevati. Queste osservazioni erano basate principalmente su dati aggregati, come livelli medi di inquinanti atmosferici e numero di casi di Covid-19 per provincia, ed erano limitate alle primissime fasi della pandemia. Sebbene importanti per identificare primi segnali di associazione, avevano bisogno di conferma da studi più robusti, con dati su singoli individui e su orizzonti temporali più lunghi.
Fonte: Adnkronos