di Renata Narcisi
I dati diffusi dall’Istat lo scorso giugno indicano che in Italia sono presenti 7.425 biblioteche, 5.710 delle quali a titolarità pubblica. Quasi il 90% di queste (5.121) è gestito dalle Amministrazioni comunali, il 2,8% è di proprietà statale, il 2,1% regionale e l’1,5% è appannaggio di istituti ed enti di ricerca. Mediamente, abbiamo 3 biblioteche ogni 100 chilometri quadrati e una ogni 8mila abitanti”. Emerge da un dossier elaborato per Adnkronos dal Csel, Centro Studi Enti Locali.
Le biblioteche non sono però distribuite in modo omogeneo nel paese. Il 64,5% è concentrato in sette regioni: Lombardia (1.398), Piemonte (721), Emilia-Romagna (627), Veneto (617), Lazio (530), Toscana (468) e Sardegna (431). Anche in questo caso, così come in quello dei musei, i numeri analizzati dall’Istituto nazionale di statistica hanno messo l’accento su un tasso di digitalizzazione, almeno prepandemia, decisamente modesto.
Se la quasi totalità delle biblioteche è organizzata per offrire un servizio di prestito locale (l’83,3%), sono poche – si legge nel report – le strutture che riescono a garantire all’utenza prestiti e consultazioni di documenti tramite piattaforme o dispositivi digitali (il 40,7%). Al 31 dicembre 2019 solo il 30% delle biblioteche ha avviato un processo di digitalizzazione del proprio patrimonio librario. Del resto, la quota di biblioteche organizzate per fornire in remoto un servizio inter-bibliotecario di riproduzioni di documenti (il 32,5%) e il numero di transazioni totali effettivamente fornite in remoto in un anno (circa 350 mila) dimostrano una bassa propensione delle biblioteche a utilizzare reti e sistemi territoriali o nazionali per effettuare, sia come ‘richiedente’ che come ‘prestante’, servizi a distanza.
Fonte: Adnkronos