Anche al Vaticano preoccupa l’antiriciclaggio

Anche al Vaticano preoccupa l’antiriciclaggio

di Elisabetta Farini

L’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano cambia nome e per certi versi pelle, diventa una Autorità di supervisione all’insegna di più efficienza e trasparenza.

Lo scrive il Papa nel chirografo sulla ridenominazione dell’Aif in Asif: “A seguito della partecipazione della Santa Sede al gruppo “Moneyval” del Consiglio d’Europa e alla progressiva implementazione dei presidi in materia di antiriciclaggio, contrasto del terrorismo e della proliferazione delle armi di distruzione di massa, in virtù della potestà apostolica nella Chiesa e della sovranità nello Stato della Città del Vaticano, visti i cann. 114, 115, 116, 331 CIC e la normativa canonica e vaticana sopra richiamata, stabilisco che dalla data odierna sia mutato il nome dell’Autorità di Informazione Finanziaria in “Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria”, il cui nuovo Statuto contemporaneamente approvo”.

Nel chirografo, Bergoglio ricorda l’iter fatto dalla Santa Sede per contrastare l’illegalità in campo finanziario.

Già nel 2010, il predecessore Benedetto XVI, aderendo agli sforzi spiegati in tal senso dalla Comunità internazionale, al fine di prevenire e contrastare le attività illegali in campo finanziario e monetario, volle costituire l’Autorità di Informazione Finanziaria; un’Istituzione Collegata alla Santa Sede, quale persona giuridica canonica pubblica e civile vaticana.

Con gli stessi fini ieri a San Pietro è stata approvata una nuova Legge, deliberata dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, recante norme in materia di trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria; perché l’organismo di vigilanza potesse svolgere meglio le sue funzioni , con un nuovo Statuto in sostituzione del precedente e con il riordino degli organismi economici della Santa Sede, istituendo: il Consiglio per l’Economia, la Segreteria per l’Economia e l’Ufficio del Revisore Generale.