di Giovanna La Monaca
L’emergenza sanitaria nel 2020 aveva profondamente danneggiato le vendite dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, ma il Consorzio Tutela Aceto balsamico tradizionale di Modena, legalmente riconosciuto dal ministero delle Politiche Agricole, nel tirare le somme dell’anno appena trascorso, rincuora i soci e tutta la filiera: il 2021 ha fatto registrare un incremento della produzione e delle vendite di oltre il 17%, che hanno attestato i volumi su quelli pre-pandemia. In particolare, il centro di imbottigliamento consortile ha fatto registrare un aumento del 30% delle quantità imbottigliate.
Il Consorzio Tutela Aceto balsamico tradizionale di Modena ha ottenuto il riconoscimento ministeriale nel 2009 e da tale data è l’unico gruppo che può vantare il nome ‘Aceto balsamico tradizionale di Modena’ nella propria ragione sociale.
La parola ‘balsamico’ che dovrebbe essere prerogativa esclusiva dei tre aceti – Aceto balsamico di Modena Igp, Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop e Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia – ha riscosso tanto successo che oggi è di fatto imitata ed evocata in tutte le salse, in Italia come all’estero. Basti ricordare la vertenza in corso con la Slovenia, che sta tentando addirittura di legalizzarla per decreto. Per sostenere la crescita e la diffusione del prodotto, difenderlo dai tanti ‘condimenti balsamici’ che sono ingannevoli per il consumatore e salvaguardarne l’immagine di qualità sono necessari ulteriori sforzi, che il Consorzio Tutela si impegna a fare, con il consenso dei soci e dei produttori tutti.
Fonte: Adnkronos