A voi il neon. A noi il cielo

A voi il neon. A noi il cielo

di Sabrina Fantauzzi*

E’ davvero sorprendente come quelli che hanno distrutto la città partecipata, i vari Boeri, Fuksas, Fisher oggi siano gli stessi che vogliono ricostruire un nuovo rapporto con l’architettura riscoprendo la meraviglia della città a misura d’uomo.

La tragedia qual è? I giornalisti e gli autori di trasmissioni televisivi, avendo sempre gli stessi numeri in agenda, chiamano sempre gli stessi protagonisti: le archistar. Che come gli intellettuali sotto due bandiere durante il fascismo dettano sempre loro la linea questa volta con le idee degli altri.

Allora il consiglio qual è? Posto che siete antichi voi, voi giornalisti, perché avete le sinapsi ormai sclerotizzate e come i muli fate le sempre le stesse cose, le archistar sono odiate perché hanno fallito, perché quel sistema che li ha dopati è finito, perché le città verticali non erano amate prima, e lo sono ancora meno oggi, perché non sono idonee a contenere eventuali nuove pandemie.

Sono odiate perché come una piovra hanno con i loro tentacoli paralizzato la creatività dei 150mila architetti iscritti all’ordine e che oggi sopravvivono tra mille difficoltà. Sono odiate perché nella loro arroganza hanno sempre rifiutato il confronto con i cittadini che hanno visto calarsi dall’alto sperimentazioni architettoniche del tutto estranee al genius loci (se non sapete cosa sia, almeno googlelate), perché hanno dilapidato, insieme ai committenti, maggiori responsabili degli scempi, centinaia e centinaia di milioni di euro, per avere opere che sono state abbandonate, come lo stadio di Calatrava a Roma, che hanno stuprato i quartieri e che sono aumentati nei costi, come la Nuvola di Fuksas all’Eur (500mln di euro), che allontano i fedeli come la chiesa cubica in Umbria sempre di Fuksas, che hanno devastato il paesaggio

E non lo skyline, come la city di Milano, che hanno alterato il rapporto tra natura e architettura creando un ibrido energivoro, come il bosco verticale di Boeri. Ora voi, dico, dico voi volete ancora parlare convertendovi all’architettura tradizionale dopo aver rinnegato la tradizione e il rapporto con l’uomo?
Per favore, abbiate un minimo di decenza. Avete guadagnato miliardi per la benevolenza della stampa e l’ignoranza di amministratori pubblici. Siete esattamente questo: siete luce senza sole. A voi il neon. A noi, il cielo.

*Giornalista, attivista della memoria urbana. Fondatrice di Itaca, servizi per la cultura architettonica