Di Giuseppe Rizzo
Francesca Ferrazza, responsabile del gruppo Eni per la fusione, ha annunciato in un’audizione al Senato che Eni prevede di realizzare la prima centrale nucleare a fusione industriale nei primi anni Trenta. Eni è coinvolta nel progetto Commonwealth Fusion System (Cfs) negli Stati Uniti, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione del primo impianto pilota Cfs-Sparc entro la metà degli anni Venti e del primo impianto industriale Cfs-Arc nei primi anni Trenta.
In Italia, Eni partecipa al progetto Dtt (Divertor Tokamak Test) con una joint venture al 25% insieme a Enea e altri enti di ricerca e università. Questo progetto studia la gestione del calore del plasma di idrogeno all’interno del reattore. Eni collabora anche con il Cnr e diverse università italiane su componenti specifici. A livello mondiale, esistono 140 macchine sperimentali per la fusione, con la maggior parte di esse pubbliche. Ferrazza ha sottolineato l’importanza della supply chain italiana nella fusione e la necessità di una normativa specifica per questo settore, simile a quella adottata da altri paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone.