Sui campi da sci solo margherite

Sui campi da sci solo margherite

Piste di sci deserte. Non solo per il clima tropicale. In Italia problemi burocratici o economici, mancata manutenzione, strutture costruite a quote troppo basse, abbandono, hanno determinato la chiusura di molte strutture per gli sport invernali. Sulle nostre montagne, come ricorda l’Adn Kronos, ci sono 348 impianti ‘in sofferenza’: di questi, 132 sono dismessi e non funzionanti da anni, 113 temporaneamente chiusi e 103 quelli che vanno avanti grazie ai contributi dello Stato.

È il risultato del monitoraggio svolto da Legambiente i cui risultati sono contenuti nel report “Nevediversa 2020. Il mondo dello sci alpino nell’epoca della transizione ecologica”. Qualche esempio? Chiuso dal 1994 l’ecomostro dell’Alpe Bianca, in Piemonte, a Tornetti di Viù; chiusi, rispettivamente dal 2006 e dal 2011, lo stadio del salto con gli sci a Pragelato e la pista da bob di Cesana, eredità delle Olimpiadi di Torino 2006; chiusi dal 1997 gli impianti in località Pia Spiss, Valcanale Ardesio, in Lombardia, costruiti negli anni ’80, così come quelli di Marsia di Tagliacozzo, in Abruzzo, costruiti nel 1961 e oggi in stato di abbandono. E poi in Calabria in località Ciricilla, dove l’unica stazione sciistica in provincia di Catanzaro è chiusa dal 2000.

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