Manovra, si va verso la stabilizzazione del superbonus 110%

Manovra, si va verso la stabilizzazione del superbonus 110%

Stabilizzazione del Superbonus al 110%, di Transizione 4.0 e degli incentivi auto. Sono alcuni dei punti che potrebbero entrare nella prossima manovra per sostenere il rilancio dell’economia, una sorta di ‘anticipo’ del piano di ripresa e resilienza cui il governo sta già lavorando – l’intenzione è quella di presentare le linee guida a metà ottobre, insieme al documento programmatico di bilancio – ma che entrerà nel vivo solo a metà 2021.

Lunedì sera il governo esaminerà in Cdm la Nadef, la Nota di aggiornamento al Def che rivedrà il quadro macroeconomico di aprile alla luce delle nuove stime. E nonostante il -9% di Pil di quest’anno – un risultato migliore delle attese – si prevede un “percorso di crescita”, ha assicurato l’altro giorno il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Che, per effetto dei 209 miliardi di granManovrats e loans del Recovery fund, potrà contare su investimenti quasi raddoppiati, dal 2% fino a sfiorare quasi il 4%, con un effetto sul trend di crescita strutturale del Pil per i prossimi anni che oscillerà tra lo 0,2 e 0,5% all’anno a seconda dell’efficienza ipotizzata della relativa spesa aggiuntiva. Almeno due le manovre espansive, per tornare a livelli di debito a valori pre covid, sotto il 130%, entro la fine del decennio. Dei 40 miliardi ipotizzati sul tavolo per il 2021, 25 vengono dall’extra deficit, mentre gli altri 15 miliardi sono grants aggiuntivi, che non hanno impatto sul deficit, al contrario dei loans che anche se a tassi bassissimi, ‘pesano’ sulla finanza pubblica.

Almeno tre miliardi servono per le spese indifferibili, altri tre servono per il taglio del cuneo fiscale avviato a luglio. Ci sono poi le altre misure sul tavolo dei ministeri. “Stiamo lavorando alla stabilizzazione e al potenziamento di misure oggi a tempo come il Superbonus al 110%, che vogliamo spalmare su più anni per consentire un massiccio investimento nella riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, e come Transizione 4.0, il piano di incentivi all’acquisto di beni strumentali e tecnologici per le imprese, che già oggi vale 7 miliardi l’anno”, spiega Rossella Accoto del M5S. Mentre per l’automotive, tra i settori maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia, dovrebbero arrivare nuove risorse: dopo i 100 milioni del decreto Rilancio e i 500 stanziati dal decreto agosto, sono in cantiere altre forme di sostegno che incentivino – con un rinnovo degli ecobonus – il rinnovamento del parco veicoli, “operazione sicuramente utile dal punto di vista della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile”, sostiene il viceministro all’Economia Antonio Misiani.

Sul tavolo anche l’assegno unico per le famiglie, ritenuto ‘prioritario’ da Gualtieri e che da solo vale 5-6 miliardi di euro. Mentre più complesso è l’iter della riforma fiscale, che non dovrebbe entrare direttamente in manovra, ma essere anticipata da una legge delega. Questo perché si tratta di un intervento complesso, come ha ribadito il premier Giuseppe Conte in un’intervista, ma “un sistema più equo ed efficiente che porti ad alleggerire, per quanto possibile, la pressione, in particolare sui redditi medi e bassi”. Ecco perché “non intendiamo limitarci a intervenire sulle aliquote Irpef ma vogliamo una riforma organica”, assicura. Su Irpef, peraltro, l’accordo in maggioranza è tutto da trovare. Insomma, come dice Conte, il cantiere della riforma fiscale è appena aperto