Innovazione Circolare, accelera altre imprese verso business sostenibili e digitali

Innovazione Circolare, accelera altre imprese verso business sostenibili e digitali

di Cristiano Arcuri

Accelerare e farlo in direzione di nuovi modelli di business, sostenibili, green e digitali. Questa la mission della startup innovativa Innovazione circolare, promossa dall’esperienza ultraventennale di professionisti e imprenditori, che da sempre lavorano sui temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’innovazione: Aida Partners (Alessandro Paciello, Marco Delle Donne, Gianna Paciello); Adagio 23 (Giovanni Abelli) e Umberto Bernasconi. Dalla loro unione è nato questo ambizioso progetto, che vuole mettere a disposizione di altre startup e di pmi italiane un ecosistema per adeguare la natura e l’operato di queste realtà al nuovo modo di fare impresa.

Come testimoniato dall’undicesima Rapporto GreenItaly 2020, che Fondazione Symbola e Unioncamere hanno presentato lo scorso autunno e che ha misurato la forza della green economy nazionale, l’adozione di percorsi di economia circolare, con un conseguente uso maggiormente efficiente delle risorse e una riduzione delle importazioni di materie prime, può comportare un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee. Inoltre, ragionare in modo sostenibile e adottare pratiche aziendali più verdi potrebbe comportare anche una svolta dal punto di vista dell’occupazione.

Secondo il rapporto, infatti, gli attuali 580.000 posti di lavoro potrebbero aumentare a 867mila, se al riciclo si accompagnassero a livello europeo e nazionale misure ambiziose per il riuso; inoltre, il 38% del fabbisogno di lavoro di professioni con competenze ‘green’ dal 2020 al 2024. Tuttavia, sono già 432mila le imprese italiane, dell’industria e dei servizi, ad aver investito in prodotti e tecnologie green, così come nel 2019 è stato registrato un picco con quasi 300mila aziende che hanno investito sulla sostenibilità, efficienza e innovazione.

Per quanto riguarda il futuro delle imprese green-oriented, infine, si legge sempre nel Rapporto: il 21 % di queste prevede incrementi del proprio fatturato (15% per le imprese non eco-investitrici); l’11 % prevede incrementi dell’occupazione (8% per le imprese non ecoinvestitrici); il 21% prevede incrementi dell’export (15% per le imprese non ecoinvestitrici).

Fonte: Adnkronos