Di Giorgio Zampognaro
Secondo la giurisprudenza, la valutazione di compatibilità paesaggistica deve considerare la coerenza dell’opera con il contesto, basandosi su un giudizio opinabile. Una motivazione succinta può essere sufficiente se evidenzia la logica incompatibilità dell’intervento.
Tuttavia, per negare la compatibilità paesaggistica postuma o la sanatoria, è necessaria una motivazione adeguata, specificando le ragioni di incompatibilità con le esigenze di tutela paesaggistica.
La Soprintendenza deve fornire motivazioni concrete e dettagliate, non generiche, per giustificare il diniego, specialmente quando si tratta di impianti di energia rinnovabile.