Aziende italiane fuori strada per l'obiettivo di 1,5°C

Aziende italiane fuori strada per l'obiettivo di 1,5°C

di Giuseppe Rizzo

Aziende italiane fuori strada per l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi: l’analisi degli obiettivi di emissione di quasi 200 aziende proietta l’economia italiana su una traiettoria di temperatura di 2,8°C. E’ quanto emerge da uno studio su 194 aziende italiane secondo il quale solo il 20% ha obiettivi dettagliati di riduzione delle emissioni a medio termine.

Pubblicato dall’organizzazione non-profit Cdp nell’ambito di un progetto finanziato dal ministero italiano della Transizione ecologica, il rapporto utilizza i dati riportati a Cdp nel 2020 e il Cdp temperature rating, che analizza gli obiettivi di emissione delle aziende e li traduce in un percorso di surriscaldamento. Il punteggio complessivo di temperatura per l’Italia è di 2,8°C. Anche se le aziende italiane analizzate hanno ridotto le loro emissioni operative (Scope 1 + 2) del 22% negli ultimi cinque anni, continuare a questo ritmo significherebbe che il settore aziendale italiano si decarbonizzerebbe a un tasso molto più basso (3,3% all’anno) di quello necessario per soddisfare l’accordo di Parigi (4,2% all’anno).

Nonostante la trasparenza ambientale sia aumentata sostanzialmente in Italia nell’ultimo anno, da 29 aziende che riportavano i dati nel 2010 a 240 oggi, mancano obiettivi ambiziosi e azioni per allinearsi all’Accordo di Parigi. Nel campione di analisi (basato su dati 2020), solo 27 aziende in Italia si sono impegnate a fissare un obiettivo scientifico di riduzione delle emissioni, e solo 7 hanno approvato obiettivi. Ma la maggior parte delle aziende (80%) non comunica gli obiettivi con informazioni sufficienti per essere misurata accuratamente rispetto alle traiettorie della temperatura.

Fonte: Adnkronos